Critical Mass, la Ciemmona interplanetaria di Bologna 2024
Bologna “Ciemmona 2024” è stata la Critical Mass più importante dell’anno. La prima fu a San Francisco nel 1992 e in Italia c’è da un quarto di secolo.
Alla ciemmona, varie soggettività si ritrovano per alcuni giorni per dare vita ad eventi e per formare cortei spontanei con mezzi volutamente e criticamente non a motore. Internazionalista, pluralista, anonima ed ecologista. La massa critica è spesso definita una “coincidenza organizzata”, senza leader, organizzatori, o membri individuati da qualcosa che non sia la loro partecipazione all’evento. Oggi tante città nel mondo hanno il loro appuntamento mensile di Critical Mass, il clou poi avviene una volta all’anno. Bologna è stata chiamata spiritosamente “ciemmona interplanetaria”. Una sera in un campo in periferia tra la tangenziale e l’aeroporto, quindi un luogo
rumoroso di suo, è stata organizzata una festa clandestina, come un rave. Hanno dato avvio alle danze, in tre punti contemporaneamente, dj con musica rock, hip hop e tecno. Di giorno al parco Don Bosco c’è stato il ritrovo d’avvio della CM per dare segno di solidarietà con chi protesta per l’abbattimento degli alberi del parco.
Critica Mass connota ovviamente le intenzioni di chi vi partecipa. Non un’élite di autoeletti, o che si fa eleggere nella farsa della democrazia rappresentativa (che per il popolo diventa poi tragedia) ma un gruppo di anonimi, volutamente tali, quindi volti non a primeggiare dei singoli rappresentanti, come nei partiti politici, ma per dare forza ad un evento collettivo e alle sue idee.
Senza sponsor, organizzata da chi vuole reagire all’oppressione di una società inquinata, iniqua, volta al suicidio. Le Critical Mass hanno una valenza prevalentemente sociale e di riflessione politica, si oppongono alle alienanti relazioni sociali del sistema capitalista consumista di chi è autoinscatolato (automobilisti) e propongono un rafforzamento delle relazioni pacifiche, non violente, ludiche di chi va in gruppo in bicicletta, ma è anche azione diretta sul tessuto urbano e nel territorio.
Il paradigma della produttività è un maleficio del capitalista e la velocità lo è altrettanto. Nelle CM si va piano e si cerca di andare lontano.
Questo il manifesto dalle pubblicazioni di Bologna:
F. F.